statuto

Origini

Il 12 maggio 1947 era un lunedì. Alle 15 avevano appuntamento dal notaio e ognuno di loro aveva già versato una quota di 100 lire.

Quel pomeriggio i primi 20 soci costituirono la “Cooperativa agricola opitergina, società cooperativa a responsabilità limitata ed a capitale illimitato” tra agricoltori, coltivatori diretti e mezzadri, con capitale sociale iniziale di 2.000 lire. Non solo, elessero i primi 15 consiglieri che dovevano amministrare la cooperativa e – tra questi – Vittorio Da Col fu nominato presidente.

Anche se i tempi d’oro della bachicoltura erano lontani, la Cooperativa agricola opitergina riuniva produttori di bozzoli e cereali del mandamento di Oderzo. Ma poco dopo – all’inizio degli anni Cinquanta – si interessò alla produzione del vino, in una zona con una solida tradizione vitivinicola. Nel frattempo aveva trovato sede nell’ex oleificio dove, già dall’epoca dell’autarchia, si estraeva olio proprio dai vinaccioli, i semi dell’uva.

Vendemmia 1959

Era l’ottobre del 1959 e i soci che dovevano conferire le uve affollavano la cantina. Chi arrivava con il carro tirato dai buoi, chi con il trattore; chi portava l’uva nelle cassette – come raccomandava la Cooperativa – chi invece con la brenta.

L’anno prima, nel 1958, la vendemmia era stata così abbondante che gli addetti della cantina avevano lavorato a ciclo continuo, senza sosta, e i viticoltori avevano trascorso intere giornate in coda attendendo il proprio turno.

pozzo

Antica Opitergium

Oderzo, l’antica Opitergium, è un museo archeologico diffuso e ogni occasione riserva delle sorprese. Infatti, nel 1989 in previsione dei lavori di ristrutturazione della Cantina Sociale Opitergina Mottense – come allora ci chiamavamo – vennero fatti degli scavi.

Gli archeologi trovarono i resti di una strada e di una casa dell’età di Augusto (fine I sec. a.C. - inizio I sec. d.C.), che oggi si conservano sotto il pavimento della cantina.

Poi fecero un’altra scoperta che, invece, si può vedere: un pozzo, in uso tra III e V sec. d.C. È profondo quasi 6 metri e nella parte superiore è rivestito di sesquipedali – mattoni con lato di un piede e mezzo – mentre nella parte più bassa di mattoni curvilinei.